La cataratta è una condizione in cui si verifica l’opacizzazione del cristallino che si manifesta dopo i 60 anni.
È una condizione data dall’invecchiamento (circa il 90% delle persone over 70 ha la cataratta), anche se raramente può essere congenita.
La cataratta

Per cataratta si intende l’opacizzazione del cristallino, una lente naturale dell’occhio che consente la messa a fuoco degli oggetti.
Questa condizione si traduce in un progressivo offuscamento generale della vista, che risulta essere particolarmente invalidante nelle fasi avanzate.
Non esistono terapie conservative, ma viene risolta efficacemente con l’intervento chirurgico.
Le tipologie di cataratta
Le tipologie di cataratta si possono classificare in base:
- all’età in cui si manifestano i sintomi;
- alla sede in cui si presenta.
Possiamo distinguere la cataratta in:
- senile: la più comune, si contrae intorno ai 50/60 anni;
- congenita: contratta in età infantile;
- traumatica: a seguito di danni fisici o meccanici dell’occhio;
- iatrogena: data da farmaci come i cortisonici;
- secondaria a patologie sistemiche come ad esempio il diabete, o a patologie oculari come il glaucoma.
Ad eccezione di alcuni tipi di cataratta congenita, le forme appena elencate sono progressive, quindi con l’avanzare dell’età e del tempo il visus diminuisce.
In base allo stadio la cataratta può essere:
- immatura o iniziale (grado 1);
- matura (grado 2 o 3);
- ipermatura (grado 4);
- morgagnana (grado 4 con liquefazione della corticale).
Per quanto, invece, riguarda la posizione rispetto al cristallino, distinguiamo la cataratta in:
- nucleare (nella parte centrale);
- corticale (all’esterno);
- sottocapsulare (parte anteriore o posteriore).
Cataratta secondaria

La cataratta è definita secondaria quando è causata da patologie sistemiche come ad esempio il diabete, o a patologie oculari come il glaucoma.
La cataratta secondaria è però anche il processo di fibrosi della capsula posteriore che si opacizza causando un annebbiamento della visione.
Si manifesta in una discreta percentuale di pazienti che si sono sottoposti precedentemente all’intervento di cataratta.
In questi pazienti, la capsula posteriore, l’unica parte del vecchio cristallino che viene mantenuta in situ su cui si appoggia il nuovo cristallino artificiale, va incontro ad un processo di progressiva fibrosi, a seguito del quale si opacizza, interferendo nuovamente con la visione del paziente.
Questo fenomeno prende il nome di fibrosi capsulare o indicata più comunemente come cataratta secondaria.
Viene rimossa con un trattamento al laser, non chirurgico, non invasivo e non doloroso, chiamato YAG-laser.
Cataratta congenita
La cataratta congenita, invece, si riscontra nel primo anno di età ed è conseguenza di malattie metaboliche della madre, quali la galattosemia, o reumatiche, come l’artrite reumatoide giovanile.
Diversamente dalla cataratta senile, la cataratta congenita presenta molti più problemi al cristallino, perché l’occhio va operato in una fase di crescita (nella prima infanzia), che porta alla perdita del potere di accomodazione del cristallino e a maggiori possibili complicazioni.
Come ci si accorge di avere la cataratta?

La cataratta generalmente mostra sintomi come:
- percezioni dei colori spenti e sbiaditi;
- visione annebbiata;
- aloni intorno alle luci;
- visione a chiazze;
- difficoltà a vedere di notte;
- necessità di cambiare spesso gli occhiali.
La cataratta molte volte non viene riconosciuta perché, non essendo una patologia dolorosa, viene confusa con un peggioramento di un difetto visivo già presente.
Capita anche che ci si abitui semplicemente a questa condizione.
L’occhio con la cataratta in fase avanzata, invece, si presenta con una patina bianca di intensità variabile: questa condizione rende la percezione delle immagini difficili, come se viste sott’acqua.
Le cause
La causa principale di insorgenza della cataratta è l’invecchiamento: per questo è utile considerare se in famiglia una persona anziana accusi da diverso tempo un peggioramento della vista.
Oltre a ciò, le cause più comuni di cataratta sono:
- malattie sistemiche o metaboliche: diabete mellito, sindrome di Down, amaurosi congenita di Leber e altre;
- una patologia oculare già presente, ad esempio il glaucoma;
- una miopia elevata;
- assunzione prolungata di alcune tipologie di farmaci come le terapie cortisoniche, farmaci miotici o pomate e colliri per la cura del glaucoma;
- esposizione prolungata a raggi UV o infrarossi;
- un trauma.
Inoltre, tabagismo, alcolismo, ipertensione ed obesità possono favorire l’insorgenza e il peggioramento del disturbo.
La cura della cataratta
La progressione della cataratta è inarrestabile: la soluzione migliore è farsi visitare non appena si riscontrano i sintomi, per decidere quando procedere con la rimozione e sostituzione del cristallino.
Se ignorata, infatti, la patologia può degenerare e portare a cecità permanente, fenomeno comunque raro, vista anche la qualità dell’intervento, ora eseguito con il laser.
L’intervento di cataratta

L’intervento di cataratta è l’intervento chirurgico più eseguito al mondo.
La nuova frontiera per l’intervento di cataratta si chiama Femto-cataratta, una tecnica che sfrutta impulsi laser della durata del miliardesimo di secondo e consente di eseguire alcune delle principali fasi operatorie.
L’intervento di rimozione della cataratta viene attualmente eseguito con il laser a femtosecondi, che garantisce un utilizzo minore di energie e preserva le fibre e le strutture in cui viene inserita la lente sostitutiva.
Sono quattro gli step fondamentali dell’operazione:
- incisione corneale e frammentazione del cristallino catarattoso con laser a femtosecondi;;
- apertura circolare sulla capsula anteriore del cristallino (capsuloressi);
- rimozione del nucleo catarattoso
- impianto della lente intraoculare, scelta e calibrata sull’eventuale difetto del paziente (IOL).
In base alle scelte del paziente, con l’intervento per la cataratta si possono trattare, anche:
- miopia;
- ipermetropia;
- astigmatismo;
- presbiopia.
La lente che sostituisce il cristallino, in questo caso, viene calibrata in base al difetto visivo che il paziente aveva in precedenza.
Il laser a femtosecondi è, quindi, in grado di ridurre la variabilità nell’esecuzione delle fasi dell’intervento; tuttavia, non può essere utilizzato nei casi più complessi, come:
- cataratte evolute o molto dure;
- scarsa dilatazione della pupilla;
- presenza di opacità o irregolarità corneali.
In questi casi, la tecnica tradizionale rimane ancora il gold standard, anche se più invasiva.
Ci sono casi in cui l’intervento di cataratta dà luogo a ulteriori vantaggi, contribuendo, per esempio, a ridurre la pressione intraoculare nei pazienti affetti da glaucoma.
In questi pazienti spesso l’intervento di cataratta viene anticipato al fine di gestire meglio la pressione oculare.
Complicanze
L’intervento è considerato sicuro; ad ogni modo, non è scevro da complicanze.
Queste sono:
- emorragia;
- infezione;
- infiammazione;
- dislocazione dell’impianto;
- aumento della pressione oculare;
- distacco della retina.
Convalescenza
La guarigione completa si avrà in un lasso di tempo che va dalle 2 alle 4 settimane, durante le quali sarà necessario seguire con estrema attenzione le cure.
Nei 3 giorni successivi bisogna stare attenti a non:
- sollevare pesi;
- effettuare movimenti bruschi;
- chinare il capo.
È molto importante, inoltre, proteggere i propri occhi con degli occhiali da sole, così da salvaguardare il lavoro svolto e permettere un miglior decorso post-operatorio.
Le mie pubblicazioni scientifiche

I miei studi si sono concentrati principalmente sulle diverse tipologie di lenti intraoculari che possono essere impiantate, comparando tra loro i risultati per comprendere quali siano le soluzioni adatte ad ogni esigenza.
Ho condotto uno studio sulle nuove lenti per la correzione della presbiopia e la risposta nel lungo termine delle incisioni rilassanti limbari per la cura dell’astigmatismo, sempre nel contesto dell’operazione della cataratta.
Le diverse pubblicazioni scientifiche sono presenti, in lingua inglese, su PubMed: di seguito troverete i titoli in italiano.
- Nuovo viscoelastico doppio uso per l’intervento della cataratta: uno studio comparativo.
Monaco G, Gari M, Pelizzari S, Lanfranchi A, Ruggi G, Tinto I, Scialdone A.
BMJ Open Ophthalmol. 2019 Aug 15;4(1): e000280. doi: 10.1136/bmjophth-2019-000280. eCollection 2019.
- Prestazioni visive dopo l’impianto bilaterale di 2 nuove lenti intraoculari per la correzione della presbiopia: trifocali e a profondità di fuoco a confronto.
Monaco G, Gari M, Di Censo F, Poscia A, Ruggi G, Scialdone A.
J Cataract Refract Surg. 2017 Jun;43(6):737-747. doi: 10.1016/j.jcrs.2017.03.037. PMID: 28732606.
- Risultati a lungo termine delle incisioni rilassanti limbari durante l’intervento di cataratta: un’analisi aberrometrica.
Monaco G, Scialdone A.
Clin Ophthalmol. 2015 Aug 31;9:1581-7. doi: 10.2147/OPTH.S89024. eCollection 2015. PMID: 26357459.
- Prestazioni visive di 2 lenti intraoculari toriche asferiche: uno studio comparativo.
Scialdone A, De Gaetano F, Monaco G.
J Cataract Refract Surg. 2013 Jun;39(6):906-14. doi: 10.1016/j.jcrs.2013.01.037. PMID: 23688877.