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dr. Gaspare Monaco

Responsabile dell’Unità di Oculistica dell’IRCCS Policlinico San Donato.

Il calazio: sintomi, cause, differenze con l’orzaiolo e percorso di cura

Il calazio è una piccola pallina bianca sulla palpebra: ecco i sintomi in cui riconoscersi, le cause, le differenze con l'orzaiolo e le cure più efficaci.
calazio milano

Il calazio è conseguenza di un’ostruzione di una ghiandola di Meibomio, ad origine non infettiva, che si presenta come una piccola pallina bianca sulla palpebra.

Chiamato anche cisti di Meibomio, il calazio generalmente non provoca dolore, non è contagioso e si risolve spontaneamente entro 10-15 giorni, salvo in alcuni rari casi.

Spesso è confuso con l’orzaiolo, in quanto le manifestazioni sintomatologiche sono simili.

Il calazio

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Il calazio si presenta come un lipogranuloma (accumulo di grasso) in corrispondenza del margine palpebrale: interessa le ghiandole di Meibomio, non è una patologia infettiva e ha, in genere, carattere cronico.

Non è una condizione contagiosa: si può manifestare, inoltre, sia come una pallina sulla palpebra superiore che nella palpebra inferiore, così come nella parte interna o esterna.

Le differenze tra calazio e orzaiolo

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L’orzaiolo è di natura infettiva, a differenza del calazio, che risulta essere un’infiammazione cronica.

Le differenze principali sono, dunque, nella natura, nell’esito finale e nella durata:

  • il calazio tende a diventare una piccola cisti indolore al centro della palpebra, dalla durata di 10-15 giorni e non è contagioso;
  • l’orzaiolo è contagioso, tende a posizionarsi sul margine palpebrale, è spesso associato a dolore e fastidio e dura, invece, circa 8-9 giorni.

L’orzaiolo, inoltre, interessa principalmente le ghiandole di Zeis o di Moll e manifesta una crescita più rapida: inoltre non cronicizza come il calazio che a volte, per questa sua natura degenerativa, necessita di intervento chirurgico.

L’orzaiolo, invece, può essere trattato con terapia antibiotica orale o con un’incisione seguita da drenaggio del contenuto, ad opera del personale medico.

È importante sottolineare, tuttavia, che la trasformazione dell’orzaiolo in calazio è un evento comune.

I sintomi del calazio

Il sintomo principale del calazio è la visibile tumefazione sopra la palpebra.

Presenta, inoltre, edema e arrossamento: è possibile che si avverta anche dolore per un piccolo ascesso, ma non per la tumefazione in sé.

Quando l’edema è di dimensioni notevoli, è possibile che si verifichi anche:

  • un leggero annebbiamento visivo, dato da compressione dell’edema sulla cornea;
  • una riduzione del campo visivo data da ptosi palpebrale meccanica, ovvero l’abbassamento della palpebra determinato dalla lesione.

Ad ogni modo, l’acuità visiva non viene intaccata, ma può risultare una condizione particolarmente stressante per il paziente.

Le cause del calazio

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L’insorgenza della tumefazione da calazio è data dal ristagno delle secrezioni lipidiche in una determinata area della palpebra.

Questa condizione può essere causata da:

  • disfunzioni intestinali;
  • condizioni sistemiche (dermatite seborroica, acne rosacea, leishmaniosi, tubercolosi);
  • squilibri ormonali;
  • dieta non equilibrata;
  • periodi di stress;
  • predisposizione genetica alla condizione.

È molto comune che questa condizione si associ a blefarite, soprattutto se mostra frequenti recidive.

La cura del calazio

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Il calazio generalmente si risolve spontaneamente, ma possono volerci anche settimane perché scompaia del tutto.

Nei casi in cui sia recidivo o sia conseguenza di altre patologie, il calazio può prevedere diversi trattamenti, come:

  • terapia antibiotica o corticosteroidea;
  • Lipiflow;
  • Curettage.

Terapia antibiotica e corticosteroidea

Se la condizione non si risolve spontaneamente entro 10-15 giorni, si possono utilizzare colliri o creme antibiotici come prescritto dallo specialista, che talvolta possono essere combinati con cortisone per uso esterno.

È importante promuovere il drenaggio delle secrezioni e mantenere una dieta equilibrata.

Nei casi in cui i calazi di grandi dimensioni non regrediscono dopo 6-8 settimane nonostante il trattamento medico, lo specialista potrebbe raccomandare un intervento chirurgico di Curettage.

Lipiflow

Il LipiFlow è il trattamento più innovativo esistente per la prevenzione della calaziosi recidivante.

Sfrutta il calore e la pressione palpebrale per favorire lo svuotamento delle ghiandole di Meibomio e quindi la loro corretta funzionalità.

Lo strumento agisce contemporaneamente su entrambe le palpebre, il trattamento è totalmente indolore e ha una durata di circa 12 minuti.

Il LipiFlow, infatti, usando il calore ed il massaggio pressorio, rimuove le cellule epiteliali ormai degenerate ed i prodotti di escrezione cellulari accumulati nel dotto ghiandolare.

Generalmente viene ripetuto una volta ogni 4-6 mesi per favorire un corretto funzionamento delle ghiandole e prevenire le possibili recidive del calazio.

Intervento chirurgico di Curettage

Nei casi estremamente gravi, si interviene chirurgicamente con un procedimento chiamato Curettage, che prevede un’incisione e il raschiamento all’interno della palpebra senza punti di sutura.

Quando si ha un’ulcerazione cutanea, la via principale è quella esterna, che diversamente richiede dei punti di sutura per il recupero ottimale.

L’intervento, svolto in regime ambulatoriale e in anestesia locale, permette l’eliminazione definitiva del calazio.

Tempi di guarigione

Dopo il Curettage sarà sufficiente utilizzare un bendaggio sull’occhio interessato per 5 ore circa, avendo cura di applicare i colliri antibiotici e steroidei come da prescrizione medica.

Generalmente questo tipo di intervento è risolutivo, salvo nei casi di gravi recidive.

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