La macula è una piccola ma fondamentale area della retina, responsabile della visione centrale nitida e dettagliata.
Quando viene colpita da una maculopatia, anche le attività più semplici – come leggere, riconoscere un volto o guardare la TV – diventano difficoltose.
La maculopatia

La caratteristica fondamentale della maculopatia è la perdita progressiva della visione centrale, che limita la funzione visiva di chi ne è colpito: esistono, ad ogni modo, diverse tipologie, che prevedono un trattamento diverso in base alle sue caratteristiche.


Le maculopatie vengono suddivise in due grandi categorie:
- acquisite;
- ereditarie.
Maculopatia acquisita
La forma acquisita più comune è la maculopatia degenerativa data dall’invecchiamento, presentandosi dopo i 55 anni d’età.
A seconda dell’andamento della malattia e delle caratteristiche che presenta, si distingue in due diverse forme:
- la forma atrofica o secca;
- la forma umida o neovascolare.
Maculopatia secca
La maculopatia secca ha un’evoluzione lenta e risulta essere meno grave: colpisce solitamente entrambi gli occhi e in alcuni casi può evolvere nella forma più grave.
Maculopatia umida
La forma umida è la più aggressiva, ma fortunatamente anche la meno comune delle due. Questo tipo di maculopatia si caratterizza per la formazione di liquido intraretinico nella zona della macula che riduce nettamente l’acuità visiva.
Maculopatia ereditaria
Più che di degenerazioni maculari, per le forme ereditarie si parla di distrofie maculari: queste sono patologie che si sviluppano durante l’infanzia e l’adolescenza, nei pazienti con genitori affetti da patologie maculari.
La più comune è la malattia di Stargardt, ma si annoverano tra le forme ereditarie anche:
- distrofia pigmentaria ad ali di farfalla, tipo Butterfly;
- distrofia maculare vitelliforme di Best;
- distrofia maculare pseudo-infiammatoria di Sorsby;
- edema maculare cistoide dominante;
- distrofia maculare della Carolina del Nord.
Maculopatia miopica
La miopia elevata, in particolare se progressiva, può provocare danni strutturali alla retina, portando alla maculopatia miopica.


In questi casi, l’allungamento del bulbo oculare rende la retina più fragile, soprattutto nella zona centrale.
I pazienti possono sviluppare lesioni come neovascolarizzazioni, atrofie o trazioni vitreomaculari.
La diagnosi avviene tramite OCT e angiografia, mentre il trattamento può includere iniezioni intravitreali e, in alcuni casi, l’uso del laser micropulsato o interventi chirurgici specifici.
Maculopatia diabetica
Nei pazienti con diabete, la macula può essere danneggiata da accumulo di liquidi e proteine a causa della fragilità vascolare. Questo porta a edema maculare diabetico, che riduce la capacità visiva centrale.
I controlli regolari sono fondamentali, anche in assenza di sintomi. Il trattamento prevede iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF o corticosteroidi, e in alcuni casi l’uso del laser. Un buon controllo glicemico è essenziale per prevenire l’aggravamento della patologia.
Le cause
Come detto prima, le cause principali di maculopatia sono:
- l’età;
- la predisposizione genetica familiare;
- la miopia degenerativa o elevata.
Altri fattori predisponenti sono:
- il fumo;
- l’obesità;
- l’ipertensione e le malattie cardiovascolari;
- l’eccessiva esposizione alla luce solare nel corso della propria vita.
I sintomi

La patologia si presenta inizialmente con l’abbassamento della vista: il sintomo compare durante la lettura, che diventa difficoltosa con la necessità di aumentare la luminosità.
Altri sintomi riscontrati sono:
- visione distorta e alterata delle immagini;
- percezione dei colori che appaiono meno brillanti e nitidi;
- percezione di macchie grigiastre nel campo visivo, che nei casi più gravi diventano macchie nere;
- scotoma, cioè la perdita completa della visione centrale.
Cosa fare se si notano sintomi
Se si percepisce una visione distorta, sfocata o si fatica a leggere anche con occhiali recenti, è fondamentale non sottovalutare il problema. Una visita oculistica con OCT può fare la differenza tra una diagnosi precoce e un intervento tardivo. Prima si individua la maculopatia, maggiori sono le possibilità di rallentarla o trattarla con successo.
Prevenzione
Anche se non sempre è possibile evitare l’insorgenza di una maculopatia, alcuni comportamenti possono ridurre il rischio o rallentare la progressione della malattia. È importante:
- seguire una dieta ricca di frutta e verdura, con antiossidanti naturali;
- proteggere gli occhi dai raggi UV con occhiali da sole adeguati;
- evitare il fumo, che danneggia direttamente la retina;
- controllare regolarmente pressione e glicemia;
- sottoporsi a controlli oculistici periodici, soprattutto dopo i 50 anni o in presenza di familiarità.
Diagnosi
I sintomi della maculopatia possono trovare conferma attraverso la visita oculistica e diversi esami diagnostici:
- test dell’acutezza visiva;
- esame del fondo oculare;
- tomografia a coerenza ottica (OCT);
- fluorangiografia.
L’esito di quest’ultimo esame consente di stabilire lo stadio di evoluzione della patologia e con quale trattamento è più conveniente intervenire per preservare al massimo la capacità visiva del paziente.
Un test che può essere eseguito anche in autonomia è il test di Amsler, in cui il paziente osserva un reticolo con righe orizzontali e verticali, in cui è presente un puntino al centro.

Nel caso in cui il paziente:
- rilevi zone vuote, sfocate o annebbiate;
- veda linee storte, interrotte od ondulate;
- non riesca a vedere il puntino al centro;
- non riesca a percepire gli angoli della griglia,
può essere presente un problema relativo alla macula, per cui è molto importante sottoporsi a visita specialistica.
La terapia per la forma umida
Per quanto concerne la forma essudativa o umida, la terapia varia a seconda della gravità della patologia.
Generalmente consiste nell’uso di farmaci antiangiogenici (bevacizumab e ranibizumab i più noti), che sono iniettati nell’occhio tramite anestesia locale preventiva.
Questi farmaci bloccano l’azione dei fattori di crescita dei neovasi e ne arrestano lo sviluppo.
Considerata terapia di prima scelta, va effettuata appena riscontrata la patologia: più precoce sarà l’inizio del trattamento, migliori saranno i risultati anche a lungo termine.
Una valida alternativa alle iniezioni intravitreali è il laser micropulsato giallo o verde, una nuova modalità di trattamento per alcuni tipi di maculopatia come la:
- Corio Retinopatia Sierosa Centrale (CRSC);
- la retinopatia diabetica con edema maculare;
- le trombosi venose della retina con edema maculare.
La differenza tra laser tradizionale e laser micro pulsato consiste nel fatto che con il laser tradizionale si bruciano le cellule per indurre l’attivazione delle cellule circostanti, mentre con il laser micro pulsato giallo o verde non si brucia nulla e si ha una attivazione diffusa delle cellule dell’epitelio pigmentato.
I risultati di questo laser micro pulsato si osservano di solito dopo un intervallo di uno/due mesi quindi di solito richiedono più tempo di quanto non si osservi dopo trattamento con punture intravitreali.
La terapia per la forma secca
Per la forma atrofica o secca sono utili le cure naturali a base di antiossidanti e integratori vitaminici che ne rallentano l’evoluzione se abbinati ad un’alimentazione ricca di frutta e verdura; sono infatti molto importanti:
- vitamine antiossidanti (E, C);
- minerali (zinco, selenio, rame);
- acidi grassi (omega 3);
- carotenoidi (luteina, zeaxantina);
- resveratrolo.
Negli ultimi anni, tuttavia, sono stati messi a punto dei nuovi trattamenti per la maculopatia secca.
Tra questi troviamo:
- il trattamento di Fotobiomodulazione maculare, che stimola gli strati cellulari della retina coinvolti nella patologia;
- la Scharioth Macula Lens che permette di migliorare la visione da vicino del paziente.

Fotobiomodulazione maculare
La Fotobiomodulazione maculare è un trattamento approvato CE ed indicato per le forme iniziali ed intermedie della maculopatia secca.
Il trattamento va a stimolare gli strati cellulari coinvolti nella patologia attraverso una particolare luce Led a diverse lunghezze d’onda.
Lo scopo è quello di migliorare il metabolismo delle cellule dell’epitelio pigmentato per permettere la regressione della malattia. I pazienti riferiscono infatti un miglioramento della qualità visiva con un aumento del contrasto dei colori.
È un trattamento rapido ed indolore che si compone di 9 sedute della durata di 5 minuti l’una nell’arco di 3 settimane. Durante il trattamento il paziente deve solo fissare una luce per pochi minuti. Si effettua ambulatorialmente e non crea nessuna limitazione nella vita quotidiana.
Prima di iniziare il percorso di trattamenti è necessario, tuttavia, effettuare una visita oculistica e l’esame OCT per verificare la reale indicazione alla terapia.
L’apparecchiatura che uso prende il nome di Valeda ed è prodotta da Lumithera Corporation (Washington – USA),
La Scharioth Macula Lens (SML)
La Scharioth Macula Lens (SML) è una lente che viene impiantata chirurgicamente, che permette di migliorare la visione da vicino nei pazienti pseudofachici: avendo un’addizione di +10 diottrie, fornisce, nella visione da vicino, un ingrandimento tale delle immagini da permettere al paziente di vedere meglio.
Questa lente è indicata, al contrario della Fotobiomodulazione maculare, per stadi già avanzati di maculopatia secca, in cui il numero di cellule retiniche vitali da poter trattare è molto ridotto.
Per impiantare questa speciale lente, il paziente deve esser stato già sottoposto ad intervento di cataratta.
Nel caso in cui il paziente non avesse già fatto il suddetto intervento, il chirurgo potrà effettuare prima l’intervento di cataratta e, dopo 3-4 mesi, procedere con l’impianto della Schariot Lens.

La SML è stata sviluppata per pazienti affetti da degenerazione maculare secca o atrofica ma può essere utile anche per altre tipologie di maculopatia, come quella miopica e in selezionati casi di forme ereditarie.
Ha alcuni vantaggi:
- è l’unica “lente maculare” che può essere impiantata attraverso una microincisione di 2.0 mm;
- l’impianto è sicuro e relativamente veloce; l’intervento chirurgico dura circa 15 minuti;
- la visione per lontano ed il campo visivo non vengono influenzati;
- la SML ha un costo sostenibile paragonabile ad altre lenti multifocali che si impiantano al giorno d’oggi nei pazienti che operiamo di cataratta.
La SML non cura la maculopatia.
La SML:
- migliora l’acuità visiva da vicino;
- l’abilità nella lettura;
- il vedere alcuni dettagli,
al fine di migliorare la qualità di vita del paziente.
È importante sottolineare che il paziente affetto da maculopatia a cui è stata impiantata la SML deve proseguire i trattamenti prescritti in precedenza allo scopo di bloccare o rallentare la progressione della maculopatia stessa.
I pazienti che chiedono l’intervento di impianto di SML, devono prima sottoporsi ad un test di simulazione della loro visione postoperatoria. Se al termine del test, il paziente riferisce un miglioramento della sua visione per vicino, allora la SML è la scelta giusta per lui.
Il recupero è generalmente molto veloce: il paziente riferisce un miglioramento delle sue capacità di lettura già dopo una settimana.
In alcuni casi, si necessita di un po’ di tempo in più per adattarsi ed allenare il cervello a sfruttare i benefici indotti dalla SML. Nei suddetti casi, è compito dell’oculista dare qualche consiglio al fine di favorire la riabilitazione: il consiglio più utile consiste in genere nel ricordare al paziente che dovrà leggere ad una distanza di circa 15-18 cm.
Esistono numerose ricerche nel campo del trattamento della maculopatia atrofica, come l’utilizzo di cellule staminali e terapie geniche.
L’impianto della Scharioth Macula Lens è completamente reversibile, non pregiudica quindi in modo assoluto la possibilità di potersi giovare di future scoperte scientifiche.